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Perchè ricercare: Paolo Pulcini

Perché decidere di ricercare, onestamente è una domanda che non ha una risposta secca, ma include in se molteplici motivazioni che però possono essere tutte raggruppate in un'unica parola “RISPOSTA”. Il percorso che ognuno di noi fa dal momento in cui nasce è strettamente personale e solitario se pur condiviso con amici, familiari, colleghi e molteplici esseri viventi, ma nel momento in cui si hanno delle esperienze, queste vengono vissute in un modo unico e soggettivo che molte volte è difficile da spiegare ad altri. Nella mia vita di cose strane ne sono successe molte e da subito ho cercato di condividere queste “anomalie” con chi mi era più vicino, ma al di la di qualche parola di conforto, non ottenevo mai una spiegazione. Il tempo passava ed ormai ero rassegnato di sentire e vedere cose che non comprendevo e che sapevo non poter condividere, non perché non creduto, ma perché non avrei ricevuto RISPOSTE esaurienti, quindi neanche a provarci. Arrivò però un giorno dove le cose presero una piega inaspettata. Mentre ero sulla metro B di Roma, in una giornata come tante, sento che l'ambiente intorno a me si stava come ovattando, isolandomi dalla confusione e dai rumori che sembravano molto più lontani, ed in quel momento, mentre ero in piedi vicino una delle porte, una signora anzianotta accanto a me mi chiama per nome e mi consiglia di tornare dalla persona dalla quale mi ero appena allontanato, dopo queste parole si allontana uscendo subito alla prima fermata. Chiuse le porte quel senso di isolamento dal resto sparì e, tutti i rumori ripresero il giusto volume. Chi era quella persona e come mi conosceva? In effetti aveva qualcosa di familiare, ma ancora per un paio di fermate non riuscii a capire cosa fosse successo, ma poi compresi. Il volto era familiare perché era quello di mia nonna defunta quando ero piccolo. Non capii il suo messaggio, ma in lacrime ed impallidito tornai indietro come consigliatomi. Di questo fatto mesi al corrente la mia famiglia che incominciò, per la prima volta (forse perchè ormai ero grandicello), a raccontarmi anche altri aneddoti simili che vedevano protagonisti membri della mia famiglia. Da quel giorno cercai di stare più attento a ciò che mi accadeva intorno, notando molte più cose strane di prima, molte delle quali erano in corrispondenza con la morte di persone conosciute a me care. Quella che però mi spinse a cercare di capire più cose di me e, di ciò che poteva esserci intorno a me, fu la visione una notte di mia nonna (l'altra) in sogno. Ero dall'altra parte del mondo, a Ningbo in Cina e una notte sognai, prima mia zia canadese (mai sognata prima), la quale mi chiedeva se volevo conoscere mio nonno materno che morì quando io ero piccolino e col quale mai ho parlato e tanto meno sognato. Alla mia risposta affermativa mi appare davanti questo uomo molto serio che abbraccio subito, contraccambiato. Riprese le distanze appare anche mia nonna, più giovane di come l'avevo lasciata in Italia, che mi dice di stare tranquillo e di dire agli altri che lei era felice e serena e che dove stava andando è un posto bello, riprese la parola la persona presentatami come nonno dicendomi che però ancora non potevano andare, ma che mancava poco. Mi svegliai di soprassalto, era ormai mattina tarda. Chiamai subito in Italia, anche perché sapevo che nonna stava male negli ultimi tempi. Ho chiamato ovunque, a casa, da mia zia dove nonna viveva, sui cellulari, ma niente, nessuno rispondeva, finché, dopo qualche ora e molta insistenza, riuscii a parlare con mio fratello che mi spiegò che erano tutti appena tornati dal cimitero. Parlai anche con mia madre, raccontandogli cosa avevo sognato, a quelle parole mi passò subito la zia che era presente nel sogno invitandomi a raccontargli anche a lei ciò che avevo sognato. Messa al corrente anche lei del sogno, mi ringraziò dicendomi che quando mia nonna stava per morire, negli ultimi istanti, era lei presente nella stanza. Nonna negli ultimi giorni aveva smesso di parlare, ma in quegli ultimi momenti incominciò a rivolgersi a qualcuno, come se vedesse qualcosa davanti a se. “E' lui, è Lui!” continuava a dire “ è Lui che mi viene a prendere” mia zia gli chiese, lui chi? Gesù? E lei “No, è lui, che bello, sono felice” e spirò. Nel dolore del momento, mia zia capì, anche dal modo amorevole con cui mia nonna guardava nel vuoto, che la persona che vedeva era il marito (mio nonno). Sarà stata una coincidenza, ma non potevo più restare indifferente a tutti questi segnali e decisi di mettermi in gioco, confrontandomi anche con altre persone che dicevano di percepire presenze invisibili intorno a loro scoprendo, con mia meraviglia, che riuscivo a sentirle anch'io nel medesimo momento. Di cose ce ne sarebbero da dire, ma più che le parole ho cercato qualcuno con cui portare dei fatti alla luce e qui entra in gioco il GIAP che, con grande disponibilità, mi accettò nelle sue fila, dandomi la possibilità di approfondire la ricerca, prima su me stesso e poi, su ciò che ci circonda ma che non vediamo e non capiamo. Il fattore San Tommaso comunque è sempre presente in me, quindi se non vedo e non vivo di persona le cose, non credo, quindi non esistono filmati o foto che per me hanno valore se non quelli che faccio con il GIAP. Con queste ultime parole voglio far capire che a noi, ma soprattutto a me, non interessa convincere nessuno e se qualcuno non mi crede, lo capisco, perché io per primo non credo a ciò che mi fanno vedere gli altri, ma ciò non toglie che tutti i ricercatori del paranormale hanno una volontà comune che li spinge ad impegnarsi mettendo risorse economiche e litigate coniugali, quella di provare ad avere qualche riposta in un campo dove le domande sono tante, ma dove la scienza tradizionale non vuole mettere mano perché ancora troppo compromettente. Quindi, tornando alla domanda iniziale, perché ricercare? Perché è giusto che qualcuno lo faccia e che porti avanti una serie di domande non lasciando nulla di scontato, consapevoli della difficoltà, ma stimolati dalla voglia di capire e poter condividere.

Cercare di dare RISPOSTE, soprattutto per la mia crescita personale ed intellettuale.

Paolo Pulcini

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